Violenza alle donne e colpe degli uomini

Cambia solo il luogo del delitto, ma tutto il resto è orribilmente uguale: un branco di ragazzi che si avventa su una ragazza sola e portata nella loro “tana” con sotterfugi o in stato alterato. Lo stabiliranno le inchieste.

Ma dallo stupro di gruppo a Palermo (notte del 7 luglio, sei giovanotti coinvolti) a quello di Caiavano in provincia di Napoli, dove due cuginette di 13 anni sono state violentate sempre da sei adolescenti e quasi tutti coetanei ai primi di luglio -ma la notizia è trapelata ieri-, s’infrange l’illusione che una buona informazione su queste nefandezze costituisca un antidoto almeno per evitare che si ripetano.

Invece no, non sono sufficienti le cronache sugli abusi subiti da donne giovani o adulte, singole o sposate, commessi da italiani o da stranieri conosciuti o incontrati per la prima volta (abusi non di rado associati anche a femminicidi), perché la conoscenza di fatti così infami contribuisca ad una generale consapevolezza su come reagire.

Eppure, un piccolo, grande esempio arriva dalla provincia di Verona, dove appena 4 giorni fa a Bardolino un uomo ha cercato di violentare una donna di 34 anni in un’auto, dopo averla picchiata. Ma è stato arrestato dai carabinieri per il pronto intervento di tre giovani, che hanno inseguito e bloccato la macchina in fuga. Dunque, il civismo premia sempre.

Eppure, la maggioranza dei ragazzi, anche minorenni, non può essere messa sullo stesso piano di quei bruti, a gruppo o singoli, che considerano le donne un oggetto. Al contrario, per molti uomini l’educazione a una cosciente e tranquilla parità di genere è una realtà crescente. Dunque, gli insegnamenti che si ricevono in famiglia e a scuola premiano sempre.

Eppure, la percezione di una società che rifiuta non solo il reato, ma pure il comportamento pseudo-culturale e sociale che lo alimenta, è molto concreta e diffusa. Dunque, le leggi fatte, e che continuano a farsi, per arrestare, processare e condannare gli stupratori, premiano sempre.

E’ nell’insieme di civismo, nuova consapevolezza e rigore dello Stato nella difesa delle innocenti e punizione dei colpevoli che si deve coltivare la speranza di un cambiamento in pur lento atto. Troppo lento, certo, come purtroppo le cronache ammoniscono. Ma si può stare certi che dalla direzione di marcia non si torna più indietro: considerare lo stupro uno dei peggiori delitti del nostro tempo.

Pubblicato su L’Arena di Verona, Il Giornale di Vicenza e Bresciaoggi