Se neanche la Toscana è più rossa. Non è cambiato il voto, è cambiato il vento

Massa, Pisa, persino la Siena del Palio: città della rossa Toscana che vai, batosta del Pd che trovi. Ma siccome la tendenza degli ultimi ballottaggi ormai si ripete in ogni elezione e ovunque in Italia dopo il voto nazionale del 4 marzo, forse è il momento di scoprire se qui sono ancora in ballo le vecchie sfide dell’alternanza fra centro-sinistra e centro-destra. Oppure se, di realmente storico, più che il crollo delle roccheforti a lungo -per settant’anni- inespugnate, si debba individuare il vento nuovo che sta soffiando impetuoso sull’Italia. E che spira, non così forte, in tutta Europa.

Un vento che da noi s’alimenta sulle vele, sempre più spiegate, di Matteo Salvini e della sua campagna sull’immigrazione. Ma che segue anche la bussola che Luigi Di Maio impugna per la navigazione quotidiana dell’economia, dal reddito di cittadinanza in avanti. Legalità e lavoro, è questo il binomio elementare e, per ora, vincente che la Lega e i Cinque Stelle stanno agitando. Per questo, pur con esiti elettorali diversi -in prima fila oggi appare Salvini-, continuano a godere del credito degli italiani. Non è un credito ideologico, come se i cittadini fossero diventati vetero-populisti. Neppure è una cambiale in bianco. Gli elettori stanno semplicemente mettendo alla prova le annunciate novità del governo giallo-verde e accompagnano, col voto, la rotta indicata. Vogliono vedere se quest’Italia così inedita e strana, saprà tenere il timone. Per esempio non facendosi più prendere in giro dall’Europa sugli sbarchi e in economia.

Dunque, solo proclami e propaganda dal duo Salvini/Di Maio? Oppure questa giovane generazione di politici saprà mantenere la parola?

Ecco l’interrogativo “popolare” che li ha finora premiati, e che la sinistra si ostina a liquidare con sufficienza, talvolta con disprezzo. Come se gli elettori non avessero anche la libertà di sbagliare, e non solo di cambiare. A cambiare dovrà essere pure l’opposizione: quanto più si rafforza la maggioranza, tanto più vigoroso dev’essere l’azione dei controllori. Invece che prendersela con gli italiani che votano Salvini/Di Maio perfino in Toscana, nel Pd si domandino perché s’è esaurita la spinta propulsiva a sinistra. Nell’area progressista molti sembrano usciti dal Paese, proprio mentre gli italiani entrano nei seggi per consolidare le loro attese. Attese a tempo determinato e fino a prova contraria: è cambiato il vento, più ancora del voto.

Pubblicato su L’Arena di Verona, Il Giornale di Vicenza e Bresciaoggi