Se la Francia ci “invade”, a Bardonecchia

Per una volta la Farnesina abbandona i consueti toni diplomatici d’ufficio e dice pane al pane sull’incursione della polizia francese a Bardonecchia, Italia: “Fatto grave, inaccettabile e senza giustificazioni”.

Del resto, troppi testimoni hanno raccontato l’ennesimo atto con cui le autorità di Parigi amano fare i forti coi deboli, in particolare coi poveri migranti che transitano fra le nostre due frontiere. Ma la “grandeur” che già aveva portato all’incriminazione di una guida alpina francese (rischia cinque anni di galera) per avere salvato a quasi duemila metri d’altitudine una nigeriana all’ottavo mese di gravidanza, e che aveva pure respinto al confine un’altra nigeriana incinta e molto malata subito assistita e purtroppo morta all’ospedale Sant’Anna di Torino dopo il parto miracoloso, tale sciovinistica esibizione dei muscoli coi diseredati del mondo -si diceva-, non s’era ancora spinta a violare la sovranità della Repubblica italiana. Com’è, invece, accaduto venerdì a Bardonecchia, località sciistica della Val di Susa e cuore della rotta della migrazione, quando cinque agenti armati d’Oltralpe sono entrati nella sala della stazione dove opera Rainbow4Africa. E’ un’associazione senza fini di lucro che assiste i profughi in cammino.

Quasi fossero a casa loro, e senza curarsi di quanto obiettavano medici e volontari italiani, i poliziotti francesi hanno costretto un migrante a sottoporsi a un test delle urine. Un’ingerenza e una provocazione inaudite, come ora denuncia l’intero arco politico, mentre l’ambasciatore francese a Roma è convocato per avere da lui immediate spiegazioni. Che non possono essere quelle finora arrivate e traballanti d’aver agito in virtù di un accordo del 1990. Perché tale accordo avrebbe imposto agli invasori di avvertire subito la polizia italiana della loro azione o di richiederne l’intervento.

“Espelliamo i diplomatici francesi anziché quelli russi”, polemizza Salvini nella prima prova di politica estera per i vincitori del 4 marzo. “Bene la Farnesina, Parigi chiarisca”, chiede con tono diverso Di Maio. “Non siamo la toilette di Macron”, accusa la destra. E il Pd propone un vertice europeo.

Ma la nuova maggioranza, qualunque sarà, sarà ora chiamata anche a rivedere il controverso accordo non ratificato sulla delimitazione delle acque fra Italia e Francia. Contro il quale da più parti si denuncia: Parigi vuole appropriarsi di acque territoriali italiane.

Pubblicato su L’Arena di Verona, Il Giornale di Vicenza e Bresciaoggi