Salvini sceglie la Tav, Di Maio l’immigrazione: come cambia il gioco delle parti in vista delle elezioni

Sarà per i sondaggi che danno lui, Matteo Salvini, in lenta, ma costante ascesa, e dei quali lo stesso presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, ha voluto informare Frau Angela Merkel al Forum economico mondiale di Davos in Svizzera. Sarà perché, girando per l’Italia, come il vicepresidente del Consiglio e leader della Lega si vanta di fare, avrà colto le forti preoccupazioni economiche degli ambienti produttivi abituati a darsi del tu con l’Europa. Certo è che, sia pure in ritardo per chi si picca di dire pane al pane in quotidiana diretta social, stavolta Salvini ha rotto gli indugi sulla Tav.

Ha ribadito, sì, che “va completata”. Ma ha soprattutto rivelato d’avere numeri in suo possesso che confortano la scelta della grande opera per l’Italia anche dal punto di vista finanziario: costerebbe di più la rinuncia rispetto al coronamento della Torino-Lione. Infine, ha annunciato che sarà presto a Chiomonte per dare sostegno alle forze dell’ordine che presidiano il cantiere già oggetto di violenze da parte dei più radicali fra i No Tav.

Dunque, Salvini si schiera, mentre la sua maggioranza gialloverde e lo stesso premier Conte tentennano sul tema, consapevoli del noto “dissenso di principio” (in attesa della valutazione -ma quando arriverà?- costi/benefici) rivendicato dai Cinque Stelle.

Forse Salvini s’è reso conto che non di sola immigrazione s’interessano gli italiani. Anche il lavoro è una priorità per tutti. Anche la prospettiva economica di sapere se i nostri figli e nipoti continueranno a vivere in un grande Paese che osa, che investe, che non ha paura di costruirsi un futuro spalancando le sue frontiere della comunicazione e del progresso, è una “questione principale”.

Del resto, vale pure il contrario, come testimoniano i pentastellati che adesso, sull’onda dell’insidiosa popolarità salviniana, scelgono la linea dura sull’immigrazione non regolare. Luigi Di Maio, l’altro vicepresidente del Consiglio, chiede all’Olanda di trovare una soluzione per l’imbarcazione Sea Watch con 47 migranti che batte la bandiera di quel Paese. E l’Olanda subito risponde picche.

Nel nuovo gioco delle parti, e mentre Bruxelles emana pilateschi comunicati sulla vicenda della nave davanti a Siracusa, Salvini sceglie la Tav e Di Maio sfida l’Europa sugli sbarchi, alzando lui un muro.

A ciascuno il suo: la campagna elettorale già si vede all’orizzonte.

Pubblicato su L’Arena di Verona, Il Giornale di Vicenza e Bresciaoggi