Ma sul cancro tocca allo Stato garantire e rassicurare i cittadini da chi alimenta false illusioni

Da molti anni nessun oncologo usa più l’espressione senza speranza di “male incurabile” per definire il cancro. Termine che viene a sua volta impiegato senza sofismi. La medicina che ha allungato l’aspettativa di vita dell’umanità, ci ha anche insegnato a non avere paura delle parole. E a dire la verità ai pazienti e ai familiari, anche quando essa è terribile da accettare. Ma un malato informato e pronto a seguire i consigli di chi ha studiato l’intera gioventù per darglieli -e se è bravo e cosciente continuerà a studiare per il resto dell’esistenza-, rappresenta l’alleato migliore contro ogni patologia, lieve o insidiosa che sia. Nel caso dei tumori, poi, i progressi degli ultimi tempi sono straordinari. La prevenzione ha salvato intere generazioni di donne dal cancro un tempo assai più temibile alla mammella.

Per questo il grido di dolore lanciato dal medico Domenico Samorani, responsabile della Chirurgia del seno all’ospedale di Santarcangelo in provincia di Rimini, va raccolto subito. “Fermiamo questa follia”, ha implorato riferendosi alla vicenda di una signora di trentaquattro anni madre di due bambini che proprio lui aveva operato quattro anni fa per un tumore al seno. La donna avrebbe rifiutato il necessario ciclo di chemioterapia per affidarsi, invece, a soluzioni fatte con impacchi di ricotta e decotti di ortica, pare ispirandosi alle teorie alternative di un guru tedesco, il cosiddetto metodo Hamer. Pochi giorni fa un’altra ragazza di Padova è morta di leucemia, diciottenne, dopo che i suoi genitori avevano respinto le cure classiche.

Questionare sulle libere scelte delle persone afflitte da mali che possono divorare la carne e lo spirito, non si deve e non si può. Ogni malato merita il massimo delle cure e del conforto del sistema pubblico e privato, ma anche un rispetto totale. Tuttavia, con l’allarme rivolto ai colleghi medici, alle aziende sanitarie, a chiunque voglia ascoltare e riflettere sugli ormai troppi casi di cittadini che in nome di presunte terapie con rimedi naturali in realtà buttano a mare il naturale e universale sviluppo della medicina, il dottor Samorani sta dicendo altro. Sta dicendo che è ora di smetterla con i trattamenti privi della più elementare validità scientifica, con le trovate che mettono così gravemente a repentaglio la vita propria e gli affetti altrui.

E qui tocca alle istituzioni, tocca allo Stato garantire e rassicurare i cittadini da chi alimenta false speranze.

Pubblicato su L’Arena di Verona, Il Giornale di Vicenza e Bresciaoggi