Lo sgambetto a Berlusconi e il futuro del centro-destra

La piccola questione semantica del trattino (centro-destra oppure centrodestra?) nasconde un grande enigma politico: dovrà esserci anche lui, il padre fondatore Silvio Berlusconi? Oppure il leader di Forza Italia, ma soprattutto l’inventore della coalizione che per tre volte -nel 1994, 2001 e 2008- ha governato l’Italia (e che ancora oggi amministra, ma sotto la guida della Lega, undici delle venti Regioni e moltissimi Comuni) ha fatto il suo tempo?

Sono gli interrogativi che stanno già animando le prove generali per la costituzione del nuovo schieramento che si candida a riprendere in mano le redini del Paese: cercasi alternativa alla maggioranza gialloverde, se e quando sarà. Manovre (e polemiche) in corso.

In questa ricerca dell’unione che forse verrà, il ruolo dominante del partito di Matteo Salvini è nei fatti e nei voti. Quello di alleato naturale viene rivendicato dal partito di Giorgia Meloni, a sua volta in marcia elettorale. E’, invece, il destino della formazione di Berlusconi a rappresentare la vera incognita del domani

A metterlo apertamente in discussione è Giovanni Toti, governatore della Liguria e berlusconiano di ultima generazione, eppure da mesi sempre più distinto e distante dalle sorti politiche del suo leader. “Silvio pensi al passo indietro, deve rendersi conto che un’epoca è finita”, gli dice per metterlo -e mettersi lui stesso, Toti- da parte. Perché il governatore vira a destra e progetta “una nuova casa” dalle parti della Meloni e al cospetto di Salvini.

Non è, questo, il primo tentativo di parricidio politico in un’area dove persino i delfini più accreditati del Cavaliere (da Casini a Fini, ad Alfano), hanno tutti seguito lo stesso percorso, abbandonando a turno chi li aveva resi mai così protagonisti. Ma stavolta c’è una differenza: Forza Italia non è più il partito-colonna della coalizione. Tanto che, per reagire al declino politico ed elettorale, Berlusconi pensa a una rifondazione e redistribuzione degli incarichi. Senza, però, un ruolo per Toti, bollato come un “super-nominato” dal furente Cavaliere.

Ma il duro botta e risposta riflette i due progetti in ebollizione: unico partito di centrodestra, sul modello del Pdl che fu, con Berlusconi garante della linea europea? Oppure un fronte pronto a risucchiare Forza Italia o la sua rinnovata veste (o quelli, alla Toti, che rompono), senza più Berlusconi? Come dire: s’è esaurita quella spinta propulsiva.

Pubblicato su L’Arena di Verona, Il Giornale di Vicenza e Bresciaoggi