La ridicola battaglia sulla frutta e verdura: se l’economia verde finisce nei sacchetti bio

Fedeli all’idea che per polemizzare non bisogna farsi mancare niente, specie in tempi di campagna elettorale, ecco la novità del sacchetto biodegradabile, ma a pagamento. Con multe salate per i commercianti che non rispetteranno la nuova normativa.

Tutto nasce da chi, evidentemente, poco frequenta i supermercati, e ancor meno conosce il costo della frutta e della verdura, cioè una minoranza di italiani rispetto al popolo di lavoratori e pensionati che fanno la spesa. Tale minoranza ha però trovato una bella e forse inconsapevole sponda in Parlamento. Che, unico in Europa, ha pensato bene di legiferare -e la legge da ieri è in vigore- per far pagare ai consumatori ciò che finora risultava a carico dei distributori.

Perciò alla bilancia con cui ogni volta pesiamo banane o pomodori, e all’istante riceviamo il conto digitale dell’acquisto, d’ora in poi bisognerà aggiungere il “peso” di ulteriori centesimi -da uno a tre-, per portare a casa il mangiare nel sacchetto sotto i quindici micron: e impariamo pure a misurarli, i sacchetti. Posto che in buste di carte ancora gratis (ma tocchiamo ferro), l’operazione appare più ardua.

Come sempre, l’intento del legislatore, che notoriamente ci vuole un gran bene, è quello di sviluppare una cultura di salvaguardia ambientale, ispirandosi a una direttiva europea. Lo stesso ricavato, giurano, sarà devoluto a beneficio di una sana politica per l’eco-sistema (anche se non ne comprendiamo come, data la natura complicata, ossia burocratica, del nuovo balzello).

Di fatto, ed è l’unica cosa che conta, molta gente è in rivolta, perché percepisce questi centesimi d’euro, introdotti dal governo su delega del Parlamento, per quello che suonano: l’ennesima, subdola tassa, ancorché inventata con i più nobili propositi. E poi: moltiplicate i centesimi per tutte le volte che si comprano alimenti di indiscussa necessità, e capirete perché a protestare sono, oggi, soprattutto le persone che già faticano per mettere su pranzo e cena.

“E’ un atto di civiltà ecologica”, dice il ministro dell’Ambiente, Galletti. Ma nessun cittadino obietterebbe sul dovere civico e istituzionale di proteggere il nostro meraviglioso territorio e magnifico mare dal dilagante inquinamento d’ogni plastica. Il punto è come: sulle spalle dei vecchietti che fanno la spesa? L’economia verde, o green economy che dir si voglia, forse non comincia dal fruttivendolo.

Pubblicato su L’Arena di Verona, Il Giornale di Vicenza e Bresciaoggi