Il musulmano “Mimmo” e il suo (bellissimo) presepe romano: una piccola storia che insegna

Ma quanto vale un presepe di cartone? Vale molto, se a dargli forma col legno e col ferro è un artigiano della grande tradizione natalizia e italiana. La grazia delle mani per scavare nel cuore della gente, evocando la nascita del bambino Gesù, la notte del 24.

Ma il presepe di cartone forse vale ancor più, quando a far muovere i pastorelli e l’acqua dalle fontanine è un signore che va in moschea e non rinuncia al Ramadan. Né a rileggere, rigorosamente in arabo, i versetti del Corano. Mohamed Darrat, libico e musulmano, per il sesto anno ha creato “il presepe di corso Trieste”, come ormai l’hanno battezzato i molti abitanti dell’omonimo quartiere di Roma in fila per guardare e fotografare la bella opera.

Ma il bello sta nel creatore del Creatore. E’ un portiere di condominio di quarantotto anni con la voce del muezzin come suoneria telefonica, le sue cinque preghiere al giorno mai disattese, e quel “se Dio vuole” ripetuto da credente, non da abitudinario di frasi fatte. Si fa chiamare “Mimmo”. “Sono contento perché il mio presepe è piaciuto anche a Nayme”, racconta Mohamed-Mimmo dell’amico di Tripoli. Che, come lui, vive e lavora in Italia da anni. E chissà che questo puntuale omaggio a Gesù, la notte del 24, non sia anche un modo con cui Mohamed ringrazia dentro di sé la patria che lo ha accolto, dopo averla scoperta quando abitava a Bengasi. Sognava il Milan, ascoltava Ramazzotti, vedeva passare le suore verso una chiesa vicino a casa.

“Io sono musulmano, ma rispetto i simboli cattolici”, dice a proposito di quei credenti che nelle scuole rinunciano persino ai canti di Natale per non urtare le sensibilità altrui. “Ma il presepe mica toglie qualcosa a noi musulmani”, s’inalbera Mohamed “La grotta con Gesù non può far paura a nessuno”. Di sicuro non a lui, che ha dedicato ore del suo tempo per azionare motori e colori, per dar luce alla sua creatura di cartone e un po’ anche al mondo, illuminandolo con un piccolo, grande esempio di pace da corso Trieste a Roma, Italia.

Pubblicato su L’Arena di Verona, Il Giornale di Vicenza e Bresciaoggi