Grande attenzione anche in vacanza: il Covid 19 non è stato ancora sconfitto

Col virus già dimenticato, è più facile, oggi, agire da rivoluzionari che non da riformisti. Ed è, soprattutto, più popolare.

Riconquistata la libertà e con l’animo rivolto alle tanto desiderate vacanze, il rivoluzionario taglia corto -naturalmente con la ghigliottina- su ogni misura di precauzione, che considera ormai eccessiva. Dice, il rivoluzionario, che la pandemia è finita, che forse non è neppure mai cominciata (quant’è bello sognare cospirazioni) e finisce, dunque, dritto a Berlino, a manifestare coi 20 mila negazionisti senza mascherina in marcia contro le restrizioni del governo tedesco.

Il punto di vista del riformista è invece indotto dal buonsenso, che in genere è la medicina più rivoluzionaria che ci sia. Anziché negare la realtà, che in Italia ha registrato più di 35 mila morti per il coronavirus, il riformista prova a cambiarla con giudizio.

Anche lui (o lei) non vedono l’ora di salire in macchina, perfino in barba alle giornate da bollino rosso e poi nero, per il meritato riposo dopo tanta sofferenza nazionale. Ma il rischio del contagio non è scomparso: s’è solo diradato ed è diventato meno drammatico dell’inizio epidemia, grazie ai comportamenti virtuosi che tutti gli italiani hanno saputo tenere a sostegno di medici e infermieri, poliziotti, commessi, farmacisti, la trincea mai abbandonata.

Perciò il riformista, che ha buona memoria, andrà in spiaggia mantenendo quel metro di previdente distanza. Entrerà in negozio indossando la mascherina come atto di cortese prudenza. Si laverà più volte le mani. In fondo basta poco per stare molto tranquilli.

Tra il rivoluzionario e il suo opposto, cioè il riformista, c’è di mezzo il rispetto per se stessi e per gli altri. “Libertà non è far ammalare gli altri”, ha ricordato il presidente della Repubblica, Mattarella, ai troppi immemori. Perché se i rivoluzionari guardano a Berlino, che si candida a capitale europea del nichilismo sul virus, i riformisti guardano a Madrid e Parigi, dove il boom dei contagi conferma che il Covid 19 non è una brutta favola: esiste e purtroppo resiste ancora tra noi.

Prima di decretare il tana libera tutti, come con l’annunciata fine del distanziamento tra passeggeri sui treni poi ripristinato, bisogna avere la certezza non che il peggio sia passato -e lo è-, ma che non ritornerà.

In attesa del vaccino o di farmaci di provata sicurezza, l’attenzione resti alta. Non solo buone vacanze, ma anche vacanze buone per tutti.

Pubblicato su L’Arena di Verona, Il Giornale di Vicenza e Bresciaoggi