Contrordine, Carola Rackete è libera. Ma la questione migranti resta irrisolta in Europa

Contrordine, la capitana Carola Rackete torna libera. Niente più arresti neppure domiciliari. La giovane e ormai celebre comandante tedesca della Sea-Watch 3 con cinquantatré (all’inizio) migranti soccorsi al largo della Libia aveva ignorato ogni divieto delle autorità italiane a sbarcare in Sicilia. Aveva, inoltre, schiacciato contro il molo una motovedetta della Guardia di Finanza con cinque militari a bordo che hanno rischiato -così essi stessi hanno raccontato- la vita.

Ma il gip di Agrigento, Alessandra Vella, non ha convalidato le richieste della Procura della Repubblica: né l’arresto né il divieto di soggiorno sul territorio provinciale. Di più. Il giudice ha escluso il reato di resistenza e violenza a nave da guerra e ritenuto che la resistenza a pubblico ufficiale sia stata giustificata da una circostanza legata “all’adempimento di un dovere”: quello di salvare vite umane in mare. Aggiungendo che la mèta di Lampedusa non era strumentale, ma obbligatoria, perché i porti della Libia e della Tunisia non sono stati considerati porti sicuri. Chissà se anche il pur vicino porto di Malta (Unione europea) meriti di essere considerato alla stessa stregua.

E’ una decisione che rovescia radicalmente le conclusioni della pubblica accusa, secondo la quale non c’era alcuna necessità di forzare l’altolà e di violare la legge, perché i migranti erano accuditi da personale salito sulla nave. I più sofferenti tra loro, una decina tra malati, bambini e donne incinte, erano già stati fatti sbarcare in precedenza. Ma è soprattutto una decisione che divampa ben oltre la sfera giudiziaria per infuocare l’arena politica.

Durissimo è il ministro dell’Interno, Matteo Salvini, che preannuncia un provvedimento di espulsione per la giovane capitana (“la rispediremo in Germania”), definita “comandante criminale”. Molto polemico, il ministro sconfessato, anche verso la magistratura italiana “per la quale ignorare le leggi e speronare una motovedetta della Guardia di Finanza non sono motivi sufficienti per andare in galera”.

Ma il caso non ha più confini né di mare né di terra. Sulla questione-migranti molto critica è l’opinione della portavoce del governo francese, Sibeth Ndiyaye. Che definisce “non accettabile” il comportamento di Salvini e dice che l’Italia non è stata all’altezza dell’accoglienza. Buttando, così, altra benzina sul fuoco. Carola è libera, ma i problemi dell’immigrazione restano irrisolti in Europa.

Pubblicato su L’Arena di Verona, Il Giornale di Vicenza e Bresciaoggi