Tamponi, la polemica surreale dell’Europa contro l’Italia

Più che dura, la polemica è surreale. L’Europa travolta dalla quarta ondata, prova a fare le pulci all’unico Paese che diversi leader europei hanno indicato come modello nella lotta al Covid. E la cui attuale situazione risulta, infatti, la migliore del continente.

Tutto parte dalla richiesta di chiarimenti rivolta all’Italia dalla vicepresidente della Commissione, Jourova, a proposito della stretta del governo per chi entra in Italia anche dalle altri nazioni dell’Ue.

Niente di drastico: solo l’elementare requisito di un tampone per varcare la nostra frontiera. “Le misure devono essere proporzionali e giustificate”, insiste, invece, un portavoce di Bruxelles dopo le spiegazioni ricevute. Lamentando, inoltre, la mancanza di un coordinamento a fronte della nuova emergenza. Siamo quasi alle comiche: una politica in comune è proprio ciò che da sempre sollecita il nostro solitario Paese. E non solo contro la pandemia, come testimoniano gli appelli a vuoto per affrontare insieme l’immigrazione.

Tocca a Draghi illustrare in Parlamento la strategia adottata dall’Italia per arginare la temibile variante Omicron con scelte di prevenzione: da noi i casi non arrivano allo 0,2% (altrove, per esempio in Gran Bretagna, già rappresentano il 40). “Non credo ci sia molto da riflettere su questo”, taglia corto il presidente del Consiglio, liquidando lo scontro che non doveva neppure cominciare. Forse sono altri, i Paesi a non aver fatto bene i compiti a casa: la Ue pretenda chiarimenti da loro e non da chi avrebbe solo qualcosa da imparare.

Pubblicato su Il Giornale di Vicenza