Politici divisi, ma nel Paese l’unità nazionale contro il virus è già realtà

Il contrasto rende bene l’idea di quanto la società dimostri sempre d’essere più avanti e avveduta della sua classe dirigente. Mentre i politici spaccano il capello in quattro con l’amletico “è giusto o non è giusto rendere obbligatorio il vaccino contro il Covid?”, i cittadini la loro scelta l’hanno già fatta senza perdere tempo: entro settembre otto italiani su dieci risulteranno completamente immunizzati, “54,3 milioni di cittadini dai 12 anni in su”, come entra nel dettaglio il generale Francesco Figliuolo, che intravede un traguardo da primato europeo. Non è un caso se imprenditori e sindacati, spesso contrapposti per ragioni di ruolo o di proposte, concordino sull’obbligo del vaccino e del certificato verde nel mondo del lavoro.

Non con le chiacchiere, dunque, ma coi fatti l’unità nazionale è stata raggiunta nel Paese prima ancora che nel governo, che pure è nato per rappresentarla. C’è persino la controprova: le mobilitazioni degli anti-vaccino si sono rivelate ovunque un patetico flop.

Non si comprende, allora, perché Matteo Salvini, che pure nella realtà produttiva e intraprendente del Paese trova non pochi dei suoi consensi, continui a volersi smarcare dal rigore dei nuovi obblighi, cioè del buonsenso, che Mario Draghi ha annunciato per abbattere l’unico liberticida che s’aggiri all’orizzonte: il Coronavirus che attenta alla nostra salute. Neppure l’intesa alla Camera (ritiro degli emendamenti leghisti contro l’uso più esteso e vincolante della carta verde in cambio della rinuncia del governo a porre la fiducia), sembra bastare alla Lega. Che in aula vota a favore di un emendamento di Fdi teso ad abolire il lasciapassare per entrare nei ristoranti. Ma Giorgia Meloni sta all’opposizione, Salvini no. Il partito di lotta e di governo è concetto abusato nella vecchia politica. In quella di oggi chi sostiene la guida della nazione nell’”ora più buia” non può avere una posizione ambivalente sul tema che più sta a cuore alle persone. Tant’è che ministri e governatori leghisti non condividono tutti i dubbi salviniani.

E poi stavolta non sono i partiti a dire ai cittadini come comportarsi, bensì i cittadini ad aver detto ai partiti con grande chiarezza (8 su 10 presto vaccinati) come non comportarsi.

In piena sintonia con gli italiani, Draghi e Mattarella hanno parlato del dovere civico e morale di immunizzarsi. Per chi governa, le ambiguità non sono più contemplate.

Pubblicato su L’Arena di Verona, Il Giornale di Vicenza e Bresciaoggi