Manovra, la lunga marcia in Parlamento

La manovra fa 91 -articoli di legge- e con le sue sole 100 pagine, quasi un inedito nella consuetudine dei testi-mattone a cui ci hanno abituati i governi, s’appresta a iniziare, a giorni, la lunga marcia in Parlamento.

Gli ultimi dettagli della bozza dell’esecutivo ormai pronta per lo scontro con gli avversari politici (“ci opporremo su tutti i temi che ci stanno a cuore”, annuncia il presidente dei senatori Pd, Francesco Boccia), confermano il taglio del cuneo fiscale per i redditi medio-bassi -circa 100 euro al mese per 14 milioni di cittadini, secondo i calcoli del governo-, e nuovi criteri per andare in pensione con quota 104: 41 anni di contributi e 63 di età, ma con penalizzazioni. Adeguamento pieno dell’inflazione per le pensioni fino a 2 mila euro e sgravi contributivi per madri lavoratrici.

Si prevede, poi, la riduzione del canone Rai (circa 20 euro: taglio piccolo, ma popolare per una delle tasse che gli italiani considerano tre le più odiose) e 600 milioni per rifinanziare la “Carta Dedicata a te” per la spesa alimentare. Detassati i premi di produttività al 5% e beneficiati i lavoratori con figli. Infine, riduzione delle aliquote a tre scaglioni, e la più bassa estesa ai redditi non superiori a 28 mila euro. Cedolare secca del 26% per gli affitti brevi. Introdotta una revisione della spesa per le regioni.

Nel complesso niente di rivoluzionario per cambiare in modo strutturale e permanente il lato debole, ma non oscuro dell’economia nazionale. Da anni tutti sanno quali interventi compiere, e dove, per dare una spinta robusta alla ripresa e rendere un po’ meno rossi i conti pubblici.

Ma il governo spiega che la sua seconda legge di bilancio da 24 miliardi (la prima era stata già instradata dall’esecutivo-Draghi), vuole essere un pragmatico passo in avanti con le pur scarse risorse a disposizione e i chiari di luna, dall’Ucraina al Medio Oriente, tutt’altro che rassicuranti.

Dunque, una manovra del realismo, ma politica: pacchetto taglia-tasse e taglia-spese e battaglia contro la denatalità, priorità care al centrodestra.

E’ la stessa opposizione a indicare i punti controversi di un testo “iniquo e senza visione”. In particolare sulla sanità (i 3 miliardi programmati sono pochi), l’ambiente e l’assistenza. Oltre all’Iva raddoppiata per i pannolini e all’aumento delle sigarette per “fare cassa”, cioè imposte in aggiunta.

La legge di bilancio è anche un bilancio sulle riforme, che la maggioranza considera avviate e l’opposizione insufficienti. Luci e ombre che ciascuno può vedere e segnalare secondo il proprio e opposto punto di vista.

Pubblicato su L’Arena di Verona, Il Giornale di Vicenza, Bresciaoggi e Gazzetta di Mantova