La croce e la bandiera, si può

La croce e la bandiera, certo che si può. In America, a cominciare da quella del Nord, non è raro vedere l’emblema della nazione in una chiesa. Ma a Roma per trovare una bandiera vicina al pulpito, bisogna varcare il portone della Chiesa Nazionale Argentina. Anzi, non c’è neanche bisogno di varcarlo: già in alto sulla facciata esterna è impresso il bianco-celeste della bandiera nazionale. La bandiera argentina è per noi familiare. Fu creata nel 1812 da un oriundo italiano, il politico e generale Manuel Belgrano. Suo padre, il commerciante Domenico, era di Oneglia in Liguria. Ma lo scudo argentino è collocato anche dentro la chiesa, in alto sopra l’altare. E in un angolo suggestivo della chiesa, entrando subito a sinistra, la bandiera è ben visibile, accanto a molte altre dei Paesi latino-americani, dai territori vicini del Brasile e dell’Uruguay in avanti.

Tutte queste bandiere accompagnano altri simboli dell’Argentina, gli emblemi delle sue province, che sono custoditi in vetrata uno accanto all’altro. Le province di Misiones, Tucumán e Formosa da una parte, quelle di Río Negro, Córdoba e Chaco dall’altra, e fra molte altre province.

Ma la bandiera nazionale non stona in questo luogo universale, dove lo spazio all’interno della chiesa è ampio e largo, eppur raccolto, accogliente, familiare. Anche il gioco delle luci rende ancor più delicato il soave bianco-celeste che accarezza l’altare dall’alto. E che forse contribuisce a rendere più facile il racconto dei tanti sudamericani che frequentano la Chiesa Nazionale Argentina. Essi parlano coi sacerdoti soprattutto del lavoro che non c’è e delle difficoltà che si trovano nel formare una famiglia o nel tenerla unita fra le tempeste della vita. Alla chiesa fa riferimento anche un coro latino-americano, composto soprattutto da italiani che amano e cantano la musica sudamericana. Il tango e la croce sono così uniti dalla fede e dalla bandiera. Che qui sembra ancor più celeste, il colore del cielo.

Pubblicato su Il Mio Papa