Grandi opere e grandi disagi. Ma grandi miglioramenti

Grandi opere, grandi disagi, grandi miglioramenti.  Non lascia scampo la triade che sempre accompagna i cantieri delle città, quando partono i lavori per riformare la viabilità con l’obiettivo di ridurre il traffico e renderlo più compatibile con le persone e l’ambiente, oltre che per diminuire l’inquinamento e i suoi deleteri effetti per tutti.

Ma quanto siamo disposti, come cittadini, ad affrontare i lunghi e pesanti inconvenienti, oggi e domani, in cambio dei benefici del dopodomani?

E’ l’interrogativo che, in Italia e all’estero, sempre si pongono gli abitanti dei Comuni messi sottosopra due volte: dai lavori che comportano code e polemiche, e dai cittadini che protestano per la loro quotidianità stravolta.

Il copione è uguale ovunque, e forse vale la pena rileggerlo, per ricordare com’era cominciata e com’è andata a finire nelle città accomunate dalle stesse scomodità vissute, ma poi ripagate con grandi e condivisi risultati.

La prima sceneggiatura viene da Bordeaux, in Francia, dove una ventina d’anni fa fu promosso l’ammodernamento dei trasporti. Alcuni anni, addirittura, di lavori fra lo scontento generale. Ma, a novità terminata, la rete efficiente che si è costruita ha accontentato tutti. Essa ha dato anche alle persone che contestavano una città a misura loro e di tutti grazie alla rete tranviaria, che ha modificato l’impianto urbanistico.

La stessa cosa accadde a Brescia una decina di anni e di malumori fa, prima che sorgesse la metropolitana oggi da tutti utilizzata e apprezzata.

Tanto, che la sfida per la città ora raddoppierà: fra pochi mesi sarà il turno di lavori per il tram di superficie, e rivedremo le comprensibili incavolature di molti. Ma si può star certi che i fischi si trasformeranno in applausi il giorno del primo viaggio dopo la fine dei lunghi e molesti lavori.

E che dire di Bologna, alle prese con i cantieri per la linea rossa del tram? E che prevedere per Vicenza, destinata al filobus che passerà da est a ovest della città come opera integrativa della Tav?

E poi Verona, che col suo filobus rientra fra le città che hanno deciso di fare la rivoluzione della viabilità.

Sul come, dove e quando farla, la rivoluzione, tutte le riflessioni, critiche e proposte meritano massimo ascolto. Ma se città che vai, cantiere che trovi, è perché anche nei nostri luoghi di vita dobbiamo tenere il passo del mondo che cambia. Al meglio delle nostre possibilità e necessità.

Pubblicato su L’Arena di Verona, Il Giornale di Vicenza e Bresciaoggi