Coronavirus, la differenza tra il dire e il fare

Il conto alla rovescia per l’ultima evoluzione della fase 2 è già cominciato con un mare di parole, che sono il solito e unico risultato tra il dire e il fare. A suon di conferenze stampa, annunci a getto continuo e le immancabili “linee guida” da parte del governo, in queste ore gli italiani provano a indovinare la nuova normalità in arrivo, senza però certezze al riguardo. Perché, nonostante le poche ore che mancano alla grande ripresa d’Italia e malgrado l’impegno del premier Giuseppe Conte di ricorrere, stavolta, a un decreto-legge da convertire in Parlamento, anziché all’ennesimo e solitario decreto del presidente del Consiglio (l’ormai celebre Dpcm), non c’è chiarezza sotto il sole birichino di primavera. In attesa delle necessarie conferme ufficiali e sicure sulle nuove regole per convivere col virus settore di lavoro per settore e libertà ritrovata per libertà, gli italiani stanno, dunque, solo immaginando il Paese che verrà. Con l’aggravante che ogni Regione deciderà (alcune già hanno deciso) per sé: all’incertezza nazionale sul che accadrà, bisognerà sommare le magie dei vari governatori. I quali a loro volta chiedono lumi al governo, invece che confusione al buio.

Purtroppo l’oscurità non è frutto soltanto del lavoro immane a cui sono chiamati i ministri per rimettere l’Italia in moto e i cittadini al riparo dall’epidemia. Né dell’abitudine politica a trasformare ogni testo di legge in un verboso e voluminoso libro dei sogni per eruditi in commi e cavilli troppo spesso scritti coi piedi.

La realtà è che, dei miliardi previsti per il rilancio con decreti in successione “raccontati” anche quando non ancora pubblicati sulla Gazzetta Ufficiale, agli italiani finora e in concreto è arrivata solo una piccola parte e del tutto insufficiente. Liquidità, crediti, bonus: la platea del “chi li ha visti?” batte quella dei fortunati.

Del resto, è lo stesso governo ad aver riconosciuto, assicurando un pronto intervento riparatorio, le difficoltà incontrate da imprese, lavoratori e cittadini per ottenere subito il denaro pubblico messo a disposizione, ma in arrivo col contagocce per tamponare l’emergenza di oltre 2 mesi di blocco economico per tutti.

La grande aspettativa creata si riflette, così, anche sul 18 maggio. Arriva il giorno della svolta all’insegna dei fatti separati e superati dagli annunci.

Pubblicato su L’Arena di Verona, Il Giornale di Vicenza e Bresciaoggi