Coronavirus, aspettando il vaccino c’è solo un dovere: quello della responsabilità

Per capire se la Regione ha agito con sapienza quando, l’estate scorsa, consentì l’apertura dei locali della Costa Smeralda, la Procura di Cagliari ha aperto un’inchiesta ipotizzando il reato di epidemia colposa. Per capire se anche la politica nazionale agirà con saggezza per accedere alle dosi del promettente vaccino Pfizer-Biontec previste dall’Europa per l’Italia, il governo dovrebbe già adesso dar vita a una filiera del freddo per conservarlo a 80 gradi sotto zero e preparare un efficace piano organizzativo.

Tra passato e futuro, tra le discoteche che hanno movimentato il virus ben oltre il divertimento e la svolta decisiva per combattere la pandemia finalmente ad armi pari, c’è un filo invisibile quanto il Covid-19: si chiama responsabilità. E’ l’unica carta che istituzioni e cittadini possano oggi giocare contro il grande e grave ritorno della malattia: più di 35 mila contagi e 580 morti nella sola giornata di ieri.

Responsabilità, significa accertare se in Sardegna ci sono stati politici che hanno subìto pressioni imprenditoriali per lasciare libertà di movida estiva, nonostante i contagi: lo stabiliranno i magistrati. Anche se, a prescindere da eventuali risvolti penali, quella scelta dell’apri e chiudi discoteche era stata già allora da molti bollata come folle.

Ma responsabilità significa pure non farsi cogliere impreparati quando arriverà il momento di distribuire il vaccino della buona speranza. Toccherà, stavolta, al governo individuare quali fasce della popolazione immunizzare per prime e quale rete costruire attorno a medici e farmacie. Per avere successo in primavera/estate -secondo le previsioni sul possibile inizio delle vaccinazioni-, ministri, commissari e comitati vari devono muoversi subito e con lucidità. Non è spesso accaduto nei mesi fra la prima e la seconda ondata del virus, quando gli annunci e i “faremo” troppe volte hanno superato i fatti. Oggi mancano respiratori e sono in difficoltà anche gli ospedali più attrezzati per le insidie, pur prevedibili e previste, del virus.

Governo e Regioni, persone e comunità, tutti sono chiamati a cambiare marcia. Il conto alla rovescia per misure ancor più stringenti è già cominciato. Ma rispetto ai mesi in cui il dramma iniziò, adesso tutti sappiamo che cosa fare e non fare contro il rischio dei contagi.

Sapere e non comportarsi di conseguenza, sarebbe da irresponsabili.

Pubblicato su L’Arena di Verona, Il Giornale di Vicenza e Bresciaoggi