Quando il terrorismo incombe e la politica si distrae

Quando la violenza, da chiunque praticata, fa notizia solo per un giorno, significa che il terrorismo non soltanto colpisce gli inermi, ma che ha ormai anche narcotizzato l’odiato Occidente nel mirino.

A Manchester, Gran Bretagna, l’ennesimo “lupo solitario”, un quarantenne, ha scelto un centro commerciale per aggredire a colpi di coltello almeno cinque persone scelte a caso. Indaga l’anti-terrorismo.

A Halle, Germania, poche ore prima un altro attentatore “fai da te” di ventisette anni aveva scaricato a colpi di fucile la sua follia antisemita contro una sinagoga, uccidendo due innocenti e ferendone altri due. Poteva essere una strage. “Avevamo promesso il “Nie Wieder”, mai più”, ha commentato l’affranto ministro dell’Interno, Horst Seehofer, contro questo rigurgito neo-nazista.

A Parigi, Francia, pochi giorni fa un quarantacinquenne tecnico informatico della prefettura ha ammazzato con un coltello quattro agenti prima d’essere ucciso. “Non stringeva più le mani né salutava le colleghe”, ricordano i testimoni di quest’uomo all’apparenza tranquillo che s’era convertito all’Islam e radicalizzato. Diecimila soggetti degli oltre ventimila schedati dalle autorità sarebbero, oggi, pericolosi.

Attentati rivendicati e aggressioni a catena. Delle quali, però, l’Europa al cloroformio fatica sempre più a seguire la traccia e la trama. Meglio archiviarle addebitandole, di volta in volta, a singoli fanatici contro una società che sarà pur piena di ingiustizie, ma che si presenta libera e vitale come mai accaduto nella storia dell’umanità.

Ora questo straordinario privilegio d’Europa, il poter ognuno e ogni popolo inseguire liberamente il proprio sogno di felicità, è messo di nuovo alla prova anche dallo sconsiderato attacco militare della Turchia contro i curdi in Siria. Con l’immediata e doppia conseguenza che tutte le guerre comportano: il sangue che già scorre a fiume, gli sfollati a migliaia, i terroristi dell’Isis che riprendono fiato  approfittando dello scontro e del caos geopolitico che americani, russi e l’inesistente Unione europea hanno finito per generare nell’area.

“Ancora una volta l’Europa non esercita alcuna influenza”, denuncia il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella sulla crisi siriana.

Se il terrorismo incombe, la colpa non è solo dei lupi più o meno “solitari”, ma della colpevole distrazione della politica che rinuncia alle sue responsabilità, da Bruxelles al Medio Oriente.

Pubblicato su L’Arena di Verona, Il Giornale di Vicenza e Bresciaoggi