Macron-Meloni e l’amicizia ritrovata

Sono quasi coetanei (quarantottenni), rappresentano due grandi nazioni, Italia e Francia, che si considerano cugine tra loro e che insieme con la Germania sono il cuore pulsante dell’Europa.

Emmanuel Macron ha chiesto di incontrare a Roma Giorgia Meloni, che ha subito accettato, per chiarire una volta per tutte le incomprensioni vere, presunte o desunte da troppo tempo condizionanti il loro rapporto politico e personale. Piccoli dispetti e grandi malintesi che finiscono per rendere distanti, e non solo distinte, le posizioni dei rispettivi governi sul Medio Oriente e sulla Libia. Su come affrontare i dazi statunitensi e soprattutto in che modo “prendere” il loro caotico annunciatore d’Oltreoceano, Donald Trump. E poi la “coalizione dei volenterosi” prospettata dal presidente francese per garantire la sicurezza in un’Ucraina pacificata -perciò prospettata in tempi che purtroppo saranno lunghi-, ma il “no grazie” all’invio di soldati italiani già pronunciato, invece, dalla nostra presidente del Consiglio.

Il lungo faccia a faccia programmato a Palazzo Chigi e nella successiva cena e serata romane testimonia che i due “cugini” avevano molte cose su cui spiegarsi. Ma anche che hanno deciso di farlo, finalmente comprendendo che l’interesse nazionale dei due Paesi, ed europeo dalla loro somma, vale più delle loro fumantine personalità e delle divergenze ideologiche. Malcelate, in questi mesi di diffidenza, con sorrisi di circostanza, ma retroscena pieni di polemiche.

Del resto, all’orizzonte bussano il G7 in Canada (16 giugno), il vertice Nato la settimana seguente e il quasi concomitante Consiglio europeo: appuntamenti decisivi per le scelte internazionali che saranno prese, e ai quali Roma e Parigi non possono presentarsi da separati in casa. Oltretutto consapevoli che, beghe governative e personali a parte, è molto di più ciò che unisce i due Paesi rispetto a ciò che li divide.

Nella sostanza e nel principale caso segnato nelle tre agende dei prossimi incontri, ossia che fare per l’Ucraina, Italia e Francia stanno dalla stessa parte dell’aggredito Volodymyr Zelensky. Sulla guerra e la tregua che non arriva -neppure a Gaza- il tempo delle sfumature non può certo condizionare il dovere delle scelte condivise.

Si punta, inoltre, ad approfondire anche il campo economico con investimenti e decisioni in sintonia, come il nucleare di nuova generazione che vede il nostro governo favorevole. La Francia, si sa, considera strategico il ricorso a quest’energia.

Ma è un bilaterale a tutto tondo, in realtà, dove le parti affrontano questioni in comune come il contrasto all’immigrazione illegale e la competitività, la difesa in un mondo sempre più insidiato e quale strada percorrere per finanziare le nuove priorità dell’Unione europea. In che modo, dunque, mettere insieme risorse pubbliche e investimenti privati.

“Procedere insieme sull’essenziale”, è la felice sintesi delle intenzioni espresse con comunicati ufficiali.

Una grande intesa italo-francese sull’essenziale, ecco l’intento dell’amicizia si spera ritrovata a Palazzo Chigi.

Pubblicato su L’Arena di Verona, Il Giornale di Vicenza, Bresciaoggi e Gazzetta di Mantova