Lezioni francesi? No, grazie: l’Italia si tutela da sé

Nella patria di Machiavelli gli italiani per primi faticano a capire i bizantinismi della politica. Si pensi alla pasticciata legge elettorale, architrave della democrazia, e della quale nessun politologo né costituzionalista sarebbe in grado di spiegare con chiarezza come funziona: se la sono cucinata nel Palazzo e nemmeno loro, cuochi maldestri, sono stati capaci di prevederne il caotico effetto-flipper per molti eletti (candidati bocciati in un posto, ma ripescati altrove per puro e fortunato caso).

Un Paese che ha avuto 67 governi e 30 presidenti del Consiglio in 76 anni dalle prime elezioni nel 1946, non può dare lezioni di vita politica agli altri.

Ma neppure prenderle, le lezioni. Perché, in barba alla sua movimentata storia di partiti, maggioranze e capi di governo alla perenne ricerca della stabilità perduta, questo Paese non è un Paese qualunque: è l’Italia, seconda nazione esportatrice nell’Europa che ha contribuito a fondare e riconosciuta superpotenza della cultura nel mondo. Dove rappresenta una delle economie più forti, oltre che il luogo che per il suo incanto unico e universale è in cima ai sogni di popoli e governanti.

“L’Italia sa badare a se stessa”, ha messo in guardia il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, con il solito suo stile misurato, ma fermo rivolto a quanti, non tanti e pieni di spocchia, dall’estero si dichiarano pronti a improvvisarsi guardiani di quello che farà il prossimo governo scelto dagli italiani, incaricato dal Quirinale e votato dal Parlamento. “Lavoreremo con Roma, ma vigileremo su rispetto dei valori, libertà e regole dello Stato di diritto”, ha detto la ministra francese agli Affari europei, Laurence Boone. Provocando la reazione di Giorgia Meloni, destinata a Palazzo Chigi e perciò bersaglio del messaggio. “Un’inaccettabile minaccia di ingerenza contro uno Stato sovrano, Parigi smentisca”, ha replicato. E’ la seconda volta -dopo un commento del primo ministro francese, Élizabeth Borne-, di un intervento a gamba tesa.

Ma, dopo Mattarella, anche il premier Mario Draghi, partecipando al Consiglio europeo su guerra e crisi energetica, ha riferito che nell’Ue c’è molta curiosità, “ma non c’è preoccupazione per il nuovo governo”. “E c’è grande rispetto per le scelte degli italiani”, ha sottolineato.

Come dire: l’Italia si tutela da sé.

Pubblicato su L’Arena di Verona, Il Giornale di Vicenza e Bresciaoggi