La Tav Torino-Lione sull’onda delle Olimpiadi Milano-Cortina: è finito il “partito del no”

Dei molti effetti positivi che arriveranno con le Olimpiadi 2026 assegnate a Milano-Cortina (due luoghi-simbolo anche dell’intraprendenza e non solo della bellezza italiana), ce n’è uno immediato: è stato sconfitto il “partito del no”. Quel partito della rinuncia preventiva, cioè ideologica, a esercitare la principale virtù che, soprattutto nei momenti più difficili, gli italiani hanno sempre dimostrato: la capacità di osare. Grazie alla quale dalle rovine della guerra in pochi anni di enormi sacrifici e straordinaria creatività la gente laboriosa e fiduciosa ha costruito il boom del “miracolo economico” ammirato in tutto il mondo.

Tempi e insidie diversi, oggi. Ma l’opportunità di rimboccarsi le maniche e far vedere “che non siamo secondi a nessuno” -come diceva il bel documentario presentato a sostegno della candidatura per le Olimpiadi invernali-, ora si ripresenta con una notizia che giunge sull’onda della festa per il successo universale nello sport: l’Europa è pronta a finanziare il 55 per cento della Tav, la grande opera dalla valenza non meno internazionale e da costruire negli anni a venire. Significa che, al pari delle Olimpiadi fra sette anni, la politica deve saper guardare lontano. Ai figli e ai nipoti, non agli elettori.

La notizia sui fondi Ue è poi accompagnata dall’avvio della procedura per gli appalti sul versante italiano. “Una giornata storica”, gongola il nuovo governatore del Piemonte, Alberto Cirio (centro-destra) in evidente polemica coi Cinquestelle, ancora ostili alla Torino-Lione.

Ma essi furono contrari anche alla candidatura di Roma alle Olimpiadi estive del 2024, nonostante l’evento fosse già stato organizzato nel 1960 ed esistesse un progetto innovativo come quello per Milano-Cortina. Lombardi e veneti possono oggi ringraziare Virginia Raggi per l’abbandono della capitale. A cui sono subentrati con lungimiranza, e col Coni e istituzioni a fianco. E che dire del parallelo tentennamento-harakiri di Torino -che pure già aveva promosso l’Olimpiade 2006- per le perplessità della sindaca pentastellata, Chiara Appendino?

“Su Tav e Olimpiadi tutto il sistema è contro il M5S e ne andiamo fieri”, dice Luigi Di Maio, prendendosela con “il partito del cemento”.

Ma le sfide della modernità non possono far paura a chi governa.

Le medaglie d’oro si vincono partecipando e facendosi valere, non ritirandosi dal mondo.

Pubblicato su L’Arena di Verona, Il Giornale di Vicenza e Bresciaoggi